Come è il panorama? ... anticipazioni
Estratto da pag. 77
[...] La stanza bianca aveva un pavimento di linoleum verde acqua. Davanti a me c’era la scrivania del medico con una tastiera, un mouse e il video del computer. Qualche penna e un blocco di fogli intestati: “per le ricette”, pensai. In fondo alla stanza, nell’angolo destro c’era un mobiletto da farmacia chiuso a chiave, con i medicinali all’interno. Cercavo di leggere i nomi delle medicine per distrarmi. “No-val-gi-na in gocce, tre scatole di ta-chi-pi-ri-na, due da 500 e una da 1000; una scatola senza nome, ma il logo è della Menarini. Quelle devono essere garze, ecco lì c’è il disinfettante, be-ta-di-ne. Devo farmi controllare la vista, non ci vedo più bene...”. Altri pensieri in ordine sparso si affastellavano nella mia mente. C’era il lavoro, lo studio, il ricevimento con gli studenti all’Università. “Tavor, ecco le pasticche che prende la nonna per dormire. Aspirina, anzi no, car-dio-aspirina: servirà per il cuore”. Continuavo a trattenere l’aria e non riuscivo a respirare: “Devo passare a ritirare anche il suo vestito nuovo dal sarto perché la settimana prossima c’è il convegno alla Bocconi”. Espirai. Il convegno sarà annullato. |
Estratto da pag. 46
[...] Penso ancora adesso all’emozione provata camminando lungo la navata centrale della chiesa a braccetto a mio padre. La chiesa, per quanto grande, era stracolma di persone. Le panche erano addobbate con dei nastri bianchi e gialli e dei piccoli bouquet di fiori. L’altare, maestoso, in marmo bianco e verde, aveva ai lati semplici vasi di vetro trasparente con alcune calle e delle grandi foglie verdi di palma. Il lato sinistro della chiesa era riservato ai suoi parenti e amici, il destro ai miei. In quel breve percorso, che sembrò interminabile, vedevo gli occhi degli invitati tutti su di me, ma non ricordo di aver riconosciuto nessuno che fosse sul lato destro o, tantomeno, su quello sinistro della navata. Solo arrivata ormai in fondo riconobbi mia madre nel suo elegante abito rosso e nero. Infine, Giacomo. Davanti all’altare sorrideva compiaciuto, forse della scelta del mio vestito, o forse, più semplicemente, del mio vedermi in quel luogo, mentre avanzavo verso di lui. Cosa pensa uno sposo quando aspetta la sua futura moglie in piedi davanti all’altare? Io non pensavo a niente, tanto ero emozionata e tutta concentrata nel far sì che i due piccoli paggetti che camminavano dietro di me, tenendo il mio lungo velo bianco in mano, non inciampassero rovinosamente compro- mettendo velo, acconciatura e quant’altro. Non accadde nulla di tutto ciò, ma in quel momento mi resi conto della scelta sbagliata che non mi permetteva di avere tutta la situazione sotto controllo. “Adorabili questi due bambini,” pensai “ma se avessero camminato davanti a me lanciando petali di rosa, sarebbe stato più rilassante!”. |